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Facendo parte di un gruppo di persone che ha sempre fatto della cooperazione il punto fermo da cui partire e, l’approdo sicuro in cui rifugiarsi, vorrei introdurre degli argomenti che mi stanno particolarmente a cuore. Come la maggior parte delle società dilettantistiche il volontariato è sempre stato l’architrave su cui poggiare le proprie forze, senza di esso il mondo sportivo di cui noi piccole realtà sportive di cui facciamo parte, sarebbe destinato a scomparire. Esistono nelle nostre società, personaggi che vivono di luce riflessa, un lavoro oscuro. Appartengono alle più svariate classi sociali, mettono la loro esperienza e tempo libero a disposizione, edificano, arbitrano, montano, smontano, cucinano, in poche parole rendono la struttura vivibile, vorremmo portarli alla luce del sole, esporli alla pubblica riconoscenza, ma si defilano, io li chiamo gli uomini ombra. Tutte le volte che mi soffermo a riflettere sulla nostra società, mi tornano alla mente indelebili tutti i passaggi, tutti i tasselli di quel mosaico che anno dopo anno siamo riusciti a costruire, quasi ancora non ci crediamo. Se penso agli inizi, a quel lontano 1991, a quelle tre piccole società che forse singolarmente sembravano arrivate alla fine di un ciclo, se vedo i traguardi ottenuti dopo un duro, intenso a volte frustrante lavoro, allora usando una parola un po’ grossa se riferita all’ambito pallonaro, parlerei di “Miracolo”.Per quanto mi riguarda personalmente penso di essere un Presidente a cui si possono rivolgere per qualsiasi domanda sia un giocatore della prima squadra che un pulcino, perché considero l’ascoltare una delle virtù fondamentali per la carica che ricopro. Ritengo il dialogo la panacea di tutti i mali, amare questo sport non significa solo dirigere, ma anche essere diretti, capire quando colpire e quando elogiare, sentire il polso della situazione, annusare il fumo per sapere da dove arriva l’incendio, il modo in cui spegnerlo. Ravvivare le coscienze, motivare i demotivati e frenare le sortite troppo ambiziose, fare i conti con risorse limitate e limitare gli eccessi. Grazie a questa nostra cooperativa, tutto mi risulta più facile, più alla portata di un piccolo centro alla periferia di una grande città. Amo questo sport, amo questa società.”
Il Presidente Francesco Giglio